Patrimonio storico-culturale
Patrimonio Naturalistico
Patrimonio Immateriale
Patrimonio storico-culturale
- Locale dello Stagnone. La costruzione si deve al nobile Don Giovanni San Martino Ramondetta, Duca della fabbrica unitosi in matrimonio con Girolama Ioppolo Cutelli. Ai tempi fu un ampio serbatoio idrico nel cui cisternone venivano captate le acque delle sorgenti a monte dell’abitato. E’ una costruzione in pietrame con una serie di arcate centrali sostenute da sei enormi pilastri, volte a crocera, anch’esse in pietrame, di notevole valore storico architettonico. Oggetto di recente restauro, oggi assolve egregiamente il suo compito in funzioni quali convegni, mostre, esposizioni, teatro ecc, le quali, pur non pertinenti all’idea progettuale di partenza, lo hanno portato all’attenzione di un pubblico sempre più meravigliato dalla bellezza rustica della costruzione.
- Menhir, pizzo della Madonna. È un imponente Menhir che sovrasta l’intera vallata ed è noto tra gli abitanti di Valledolmo proprio con questo nome. Da alcuni anni è meta di una passeggiata, “L’Alborata”, che avviene all’alba del 17 agosto, vigilia del Santo Patrono, e che interessa ormai molti cittadini valledolmesi e non solo.
- Monumento bronzeo ai caduti. È opera dello scultore palermitano Antonio Ugo ed è collocato nella piazza principale del paese. Fu inaugurato nel dicembre del 1926 alla presenza del prefetto Cesare Mori per ricordare tutti i nostri concittadini morti per salvare la patria.
- Scultura Armonie nella valle dell’Olmo. Inaugurata nel luglio del 2018 è una scultura in bronzo realizzata dal maestro Enzo Sciavolino ed è un atto d’amore per la sua città natale. Essa rappresenta il sorgere della vita. Dal suolo emerge un albero, precisamente un olmo che rappresenta l’archetipo delle origini di Valledolmo.
- Palazzo Cutelli, Baglio Castellana. Rappresenta il Palazzo feudale sede del Conte Cutelli e delle annesse dipendenze. Al centro dell’attuale nucleo abitativo ha una pianta quadrangolare con corte interna. Il complesso edilizio comprende il Collegio di Maria con chiostro colonnato interno e la Chiesa delle Anime Sante. Nel mezzo del Baglio c’è un grande pozzo che tutt’ora raccoglie l’acqua sorgiva proveniente dalla pendice della catena montuosa sovrastante. Il palazzo, la cui facciata è stata di recente restaurata, svetta con la sua enorme mole sulla adiacente Piazza Madrice, svolgendo la funzione di richiamo per i visitatori.
- Scalinata in ceramica. Essa si trova in prossimità della Chiesa Purità. Le decoraioni sono state realizzate da artigiani locali, ditta Zammito, che hanno voluto rappresentare i temi dell’agricoltura valledolmese di qualità: pomodoro, grano, uva, olive, ecc.. Accanto alla stessa è stato posizionato un pannello sempre in ceramica che riporta la lode a Maria del XXXIII Canto del Paradiso della Divina Commedia di Dante.
- Museo diffuso, Casa del Telaio, Casa del Vino, Il Pagliaio. Il Museo Diffuso è organizzato in piccole aree espositive all’interno di alcune case messe a disposizione da vari cittadini, una di queste è stata donata dalla Famiglia Ganci. – Casa del Telaio: inaugurata ad agosto 2021, essa rappresenta il primo passo di un progetto in itinere: quello di creare un circuito della memoria rurale ed artigiana. All’interno della Casa è possibile ammirare in tutte le sue parti il telaio, uno strumento di lavoro molto antico sul quale si è basata l’arte tessile valledolmese. Questo telaio è stato donato dalla Famiglia Civiletto. All’interno dell’immobile sono presenti altri attrezzi ed utensili adoperati nel passato. – Casa del Vino: inaugurata a gennaio del 2022 grazie al contributo di un gruppo di volontari “Abbellire Valledolmo” coordinati dal Sig. Franco Ippolito, un pensionato che conserva una vivida memoria di quelli che erano i vari aspetti della civiltà contadina valledolmese. Al suo interno troviamo oggetti di uso quotidiano legati alle coltivazioni agricole più diffuse, in questo caso quello della vite. Il torchio è uno di questi oggetti. – Il Pagliaio: inaugurato nell’inverno del 2021 anch’esso è opera del gruppo di volontari “Abbellire Valledolmo” senza la cui competenza e sapere non sarebbe stato possibile dare forma e sostanza, a questa antica struttura composta di canne che un tempo ha caratterizzato il territorio rurale.
- Chiesa Anime Sante. Originariamente chiamata Chiesa della Madonna del Buon Pensiero, è stata costruita per assicurare agli abitanti la pratica del culto. In essa, oltre ai quattro altari laterali, uno dei quali destinato al Crocefisso, furono eretti due importanti mausolei ancora oggi presenti: quello della Duchessa di Catalogna, Anna Summaniata, moglie del Conte Giuseppe morta in giovane età, e quello del Conte Antonio Cutelli, ucciso il 5 agosto del 1711.
- Chiesa Maria Santissima Immacolata. L’espandersi della popolazione valledolmese portò alla necessità di costruire una Chiesa ancora più ampia, così per intervento della Contessa Cristina Cutelli venne costruita nel secolo XVII la Chiesa dedicata all’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, in stile romanico barocco leggero ad un unica navata.
- Chiesa Maria Santissima della Purità. Venne costruita a partire dal 1845 in seguito alla esigenza degli abitanti del quartiere che trovavano scomodo raggiungere la Chiesa Madre e così avanzarono la proposta di avere una Chiesa più grande e comoda. È costituita da tre navate e anch’essa è in stile romanico baroccheggiante. In essa si trova il grandioso e artistico Crocifisso della Scuola del Civiletti.
- Chiesa del Calvario. Costruito nella seconda metà dell’Ottocento di forma circolare, sull’altare maggiore domina una statua dell’Addolorata col Cristo morto sulle ginocchia. Nell’atrio semi circolare sono disposte le 14 stazioni della Via Crucis.
- Oratorio del Santissimo Rosario. Fondato dal Barone Antonio Cicala e terminato dal nipote Don Giuseppe Cutelli, costituisce la prima Cappella di Valledolmo facente parte del complesso del Palazzo Castellana. Interessanti sono i resti degli affreschi. Al suo interno, oggi, si svolgono le funzioni Pasquali con l’allestimaneto della cena a cui partecipano in Confrati.
Patrimonio Naturalistico
- Parco delle Rimembranze. È stato realizzato negli anni ’20 alla fine della I Guerra Mondiale, in un terreno donato dalla Famiglia Pulvino. Ai tempi sono stati piantati degli alberi di olmo simboleggianti ognuno un caduto valledolmese. Oggi al suo interno troviamo due opere commemorative per rendere onore a quanti si sono battuti per la Patria. Una di queste contiene tutti i nominativi dei caduti valledolmesi.
- Murales. Sono espressione dell’identità della Comunità, infatti rivelano volti, racchiudono delle storie e offrono spunti di riflessione, il tutto in un processo di riqualificazione e rigenerazione urbana.
Patrimonio Immateriale
- Virgineddi di San Giuseppe. San Giuseppe viene festeggiato il 19 marzo ed in questa ricorrenza viene preparata “La Tavolata di San Giuseppe” da alcune famifglie come ex voto in cui si invitano i “Virgineddi”, in origine persone povere non sposate e di numero dispari, a cui viene distribuito il pranzo di San Giuseppe. La tradizione vuole che in questa occasione vengano offerte delle specialità culinarie a base di verdure fritte, sarde fritte, pasta con le sarde ricetta tipica palermitana, dolci anch’essi fritti come le sfincie ripiene di crema di ricotta ed altri piatti tipici. Durante il pranzo si ringrazia il santo con canti e preghiere. Oggi questa tradizione è preservata dal lavoro attento e minuzione della Fraternita di Misericordia di Valledomo.
- Santa Pasqua – L’incontro. Tradizionalmente il terzo squillo di tromba annuncia ai fedeli e ai portantini dei simulacri della Madonna Addolorata e del Cristo Risorto, il momento in cui muovere le statue in corsa l’una verso l’altra. Giunti a poca distanza viene tolto alla Madonna il velo nero e in questo modo si stringe in un affettuoso abbraccio col Cristo Risorto. Le campane suonano a festa, la banda musicale suona marce allegre, il tutto è accompagnato da una “maschiata” che annuncia la Resurrezione. Dolci tipici pasquali: “pupi cu l’ova”, “pani da cena” e “agnelli pasquali”.
- Sant’Antonio di Padova. Patrono di Valledolmo viene festeggiato il 18 agosto, quale data simbolica al fine di consentire ai tanti emigranti devoti di partecipare ai festeggiamenti in suo onore. Alla santa messa e alla solenne processione del Santo partecipano le autorità locali, le Confraternite del luogo con il caratteristico abitino e la locale banda musicale, il tutto è arricchito da manifestazioni a carattere ricreativo, culturale e musicale che si protraggono durante tutto il mese di agosto.
- Madonna della Purità – Sagra del Pomodoro. La solennità viene festeggiata la III settimana di settembre ed in occasione dei festeggiamenti, a cura della Confraternita “Madonna della Purità”, ha luogo la Sagra del Pomodoro per promuovere il prodotto tipico del luogo: il pomodoro siccagno. Dalla sua lavorazione viene prodotta una salsa buonissima ed altri prodotti derivati. La Sagra si svolge in Piazza Purità davanti il Sagrato dell’omonima Chiesa, dove vengono allestiti degli stand per la degustazione dei prodotti tipici locali.
- Maria Santissima del Rosario – Sagra dell’uva. La solennità viene festeggiata la I domenica di ottobre ed in occasione dei festeggiamenti, a cura della Confraternita “Madonna del Rosario”, ha luogo la Sagra dell’uva, durante la quale avviene l’assaggio della produzione locale di uve da tavola, nonchè della produzione vinicola locale e la degustazione dei prodotti tipici. La Sagra si svolge nella piazza antistante della Chiesa Madrice dove vengono allestiti dei gazebo abbelliti con tralci di vite ed uve.
- Pomodoro siccagnu della valle del Bilìci. La sua coltura da sempre si pratica nl territorio di Valledolmo senza l’ausilio di apporti idrici, senza forzarla con interventi massivi di fertilizzanti e con una difesa anti parassitaria ridotta, ricorrendo sempre a prodotti consentiti nelle produzioni biologiche. Tutto questo per garantire la genuinità del prodotto oltre che la salvaguardia dell’ambiente.
- Giornate dell’agricoltura. Vocazione cardine del territorio di Valledolmo è l’agricoltura e le giornate dell’agricoltura rappresentano ormai un’affermata manifestazione che cresce di anno in anno per far sì che il paese possa diventare sempre di più sinonimo di amore per la terra, sviluppo sostenibile, economia e alimentazione sana. Denominata “Fiera del 1° Maggio” essa è dedicata alla meccanica agricola, con l’esposizione e la vendita di attezzature agricole, nonchè alla zootecnia e chiaramente alle produzioni agroalimentari locali e all’artigianato.
- Festival dei Comuni. Inaugurato ad agosto del 2023 alla presenza delle istituzioni di alcuni paesi limitrofi, è un villaggio gastronomico reso vivo e palpitante dalle organizzazioni Pro Loco. Un vero e proprio momento di festa scandito dalla varie tradizioni locali, per assaporare tutte le specialità della cucina siciliana.
- Storia di Valledolmo scandita dai riti annuali della terra: dalla semina alla raccolta del grano, del pomodoro e dell’uva.
- Eccellenze agroalimentari filiere chiuse del pomodoro, del grano, dell’uva, dell’olio per valorizzare le produzioni locali e garantire nello stesso tempo uno svilppo locale economico, culturale, sociale e ambientale.
- Banda Musicale. La locale Banda Musicale “Vincenzo Bellini” nasce nel 1922 dal desiderio di più di 40 elementi che la compongono e che hanno voglia di stare insieme facendo musica. Sono tanti i maestri che si sono susseguiti nel corso degli anni. Oggi l’associazione vanta la presenza di validi professionisti che hanno partecipato a concorsi, rassegne, corsi di perfezionamento e attività di vario genere ricevendo numerosi riconoscimenti. Essa si distingue per la varietà del reportorio musicale che esegue.
- Corpus Domini – Sagra della Spiga. La solennità Cattolica del Corpus Domini si festeggia a giugno. Annessa a questa solennità è la Sagra della Spiga, in cui i confratelli del Santissimo Sacramento preparano piatti a base di sfarinati.